
Già, perché può aiutarti la terapia di coppia?
Domanda lecita, vediamo insieme i motivi per cui potresti avere bisogno di una terapia di coppia.
Per prima cosa, però, lascia che ti spieghi chi è il paziente della terapia di coppia: è, come suggerisce il nome stesso, proprio la coppia.
Si, è proprio la coppia il paziente che ci si propone di migliorare in una terapia di coppia, non uno dei due partner (magari il più sofferente o quello che vuole mettere a posto le cose).
A questo punto, molto probabilmente, ti starà venendo un dubbio legittimo: “se è lui/lei che “boicottano” la coppia (cioè, per esempio, se è lui/lei che mi ha tradito) perché devo andare anche io in terapia e non può andarci solo lui/lei?”.
Lo so, è molto complesso mettersi in discussione, però come ho scritto sopra chi è il paziente della terapia di coppia?
Esatto! È proprio la coppia e non i due partner presi singolarmente.
Rimarco questo concetto perché se stai leggendo questo articolo forse ti stai chiedendo quale sia il percorso e/o il professionista più adatto per la tua situazione.
Bene, l’obiettivo della terapia di coppia, del terapeuta ed anche dei partner (o per lo meno dovrebbe esserlo) che chiedono aiuto è quello di far funzionare al meglio la coppia e/o di trovare un nuovo modo di star bene insieme.
Ecco perché non può andare un solo partner per lavorare sulla coppia, non funzionerebbe.
La coppia è composta da due individui che, portando le loro storie e la loro individualità, hanno deciso di mettere insieme le loro forze per costruire un progetto comune.
Può capitare a tutte le coppie, prima o poi, di vivere momenti difficili e di trovarsi impantanati in situazioni relazionali faticose o addirittura angosciose e traumatiche.
Non spaventarti, non sei l’eccezione.
A questo punto posso dirti che se stai pensando di intraprendere un processo terapeutico, ad esempio, per conoscere meglio te stesso/a, per sconfiggere l’ansia che ti attanaglia o per un trauma la terapia di coppia non è l’intervento migliore per te.
Perché?
Semplice, il tuo obiettivo è personale, individuale e poco c’entra con il/la tuo/a eventuale partner e/o la tua coppia.
Se però sei arrivato a leggere fin qui significa che stai cercando una risposta alle tue domande o ai tuoi dubbi
- E’ normale quello che sto vivendo con il/la mio/mia partner?
- Ho bisogno di un professionista per risolvere la mia situazione?
- A quale professionista mi posso rivolgere?
Seguimi tra queste righe e ti aiuterò a capire cosa puoi fare per star meglio tu e di conseguenza anche la coppia di cui fai parte.
Un buon metro per capire se sei di fronte ad elementi che minano il buon funzionamento di coppia è valutare i seguenti aspetti:
- alta conflittualità o impossibilità di litigare;
- difficoltà sessuali (rapporti inesistenti o poco frequenti rispetto alla media, squilibrio di desiderio);
- lotta di potere nella coppia;
- aggressività verbale e/o fisica verso il partner;
- presenza di comportamenti distruttivi verso l’altro e/o la coppia (quelli che Gottman definisce i 4 cavalieri dell’Apocalisse: disprezzare, criticare, ostruzionismo e atteggiamenti difensivi);
- problemi nella comunicazione tra partner;
- difficoltà nella gestione e modulazione delle emozioni (rabbia, gelosia);
- malcontento;
- tensioni continue;
- prevaricazione,
- abuso o violenza domestica;
- mancanza di relazione;
- dipendenze affettive;
- mancanza di sentimento;
- separazione/divorzio;
- mancanza di desiderio (non solo sessuale).
In quanti di questi temi caldi delle coppie ti riconosci?
Quanto desideri cambiare le cose?
Ti ricordi quando ti sei innamorato del tuo lui o della tua lei?
Ricordi il suo profumo?
Riesci a tornare indietro con la memoria a quando ridevate o quando progettavate il vostro futuro?
Tornare a quei momenti iniziali o idilliaci non è possibile, ma hai la possibilità di ricostruire con il/la tuo/tua partner un nuovo modo di stare insieme.
Lo dovete volere entrambi però.
C’è un altro elemento da tenere in considerazione per valutare se per la tua situazione è indicata la terapia di coppia: la frequenza con cui compaiono i temi elencati.
Fai attenzione, non serve che siano presenti tutti per mandare in crisi una coppia, ne basta anche uno solo (il tradimento, ad esempio, è un grande classico).
Dicevamo la frequenza.
Qualora la frequenza sia nulla beh wow complimenti! Davvero.
Se la frequenza con cui compaiono “i temi disfunzionali” è occasionale o sporadica potrebbe essere un campanello d’allarme.
Da approfondire certo, ma se entrambi state sufficientemente bene e la vostra comunicazione di coppia funziona allora i pronostici sono buoni!
Se i temi o gli schemi comunicativi e di comportamento sono sempre presenti (o molto frequenti) e i due partner faticano a trovare modalità positive per stare bene insieme allora molto probabilmente ti trovi in una situazione chiamata stallo di coppia o crisi di coppia.
Prova ad immedesimarti per un attimo in questa coppia, è come se sentissi suonare le sirene d’allarme tutto il tempo.
Non un gran posto dove vivere con il/la partner non credi?
Cosa fare in questo caso?
La risposta è una sola, consulenza. Si! Bisogna agire il prima possibile e insieme.
Ti stai chiedendo perché agire così d’urgenza?
Le ricerche degli ultimi anni hanno osservato che la procrastinazione (cioè, la tendenza che tutti noi abbiamo, si anche tu ed io, è proprio una questione di specie, a rimandare le cose che ci riguardano il più a lungo possibile) non solo non si risolve da sola, ma aiuta ad aumentare la sofferenza che percepisci.
Detto in altre parole, la coppia deve farsene qualcosa della sofferenza che la sta colpendo e affrontarla.
Come?
Con una terapia di coppia.
Ci sono altre strade?
Tante, troppe forse.
Portano ad un effettivo cambiamento (che è quello richiesto da una coppia in crisi)?
Lo lascio valutare a te proponendoti questa riflessione:
torna indietro con la memoria a quando hai avuto una discussione importante con il/la partner attuale o anche solo con il/la ex.
A chi ti sei rivolto per chiedere aiuto?
Probabilmente il confronto con le tue amicizie più strette ti può aver dato sostegno, un consulto parentale magari (i tuoi genitori), oppure hai trovato qualche consiglio in qualche libro, rivista o pubblicazione online, o ancora magari hai optato per un percorso/consulenza religiosa.
Sentire i pareri di tutte queste figure/strumenti è importante, ma hanno davvero portato un cambiamento nella tua coppia?
La motivazione al cambiamento (personale e di coppia) è uno degli elementi fondamentali per un buon successo terapeutico. Com’è d’altronde il poter trovare una forma nuova per stare meglio nella propria relazione di coppia.
Ma entrambi i partner devono essere attivi e partecipi nel processo terapeutico, non funziona se lavora solo uno.
Pensaci bene, in una coppia dove solo uno dei due alimenta il motore della coppia funzionerà a lungo termine e bene?
La terapia di coppia, quindi, è un tipo di intervento terapeutico altamente specifico.
Come per la terapia individuale, anche in quella di coppia, anzi forse in modo ancora più marcato, è importante che i/le partner trovino ad accoglierli/e uno spazio protetto, intimo ed esente (nella figura del terapeuta) da giudizi.
Se viene trovato quanto appena descritto la coppia sarà maggiormente facilitata a contattare le proprie emozioni ed i bisogni affettivi inespressi che la maggior parte del tempo sono disattesi e frustrati.
In questo modo ci si potrà rendere conto che le modalità di relazione e di comunicazione che solitamente vengono usati con e verso il/la partner non sono altro che bisogni ed emozioni né realizzati né visti.
Questa nuova consapevolezza permette alla coppia di guardarsi per la prima volta con occhi nuovi e se sono disposti a lottare per il cambiamento poter imparare dei modi differenti e nuovi di comunicare tra loro, esprimere i propri desideri e necessità emotive e potersi prendere cura dell’altro/a.
Ultimo elemento, ma non per questo meno importante, è la formazione del professionista a cui ti rivolgi.
Oggi, rispetto ad anni fa, hai la possibilità di avere molte più informazioni, usale bene.
L’ordine nazionale (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi), quello regionale e altri siti dedicati raccolgono le informazioni più importanti, ad esempio se si è solamente psicologi o se si è anche in possesso della specializzazione in psicoterapia (distinzione fondamentale per capire se si può intraprendere un processo terapeutico).
Anche la formazione stessa del professionista è importante da considerare, esattamente come nella medicina esiste uno specialista per ogni ambito quindi per far un buon lavoro è importante che lo psicoterapeuta sia specializzato nel lavoro con le coppie.
Prova a pensare a questo: se ti devi far operare (dai una toccatina non guasta) al piede da chi ti faresti “tagliare”?
- Dal tuo medico di base che non ha più preso i bisturi in mano dagli anni dei tirocini all’università;
- dal pneumologo che è libero in quel momento;
- dal barelliere che ti ha portato in sala operatoria;
- dall’ortopedico che ha operato anche Ronaldo?
Proprio così, anche io mi farei operare da quest’ultimo, e non per simpatie juventine, ma perché è specializzato in quel settore e ha esperienza diretta proprio in quell’ambito.
Insomma, conosce molto bene quello che sta facendo, gli altri non sarebbero sullo stesso livello, per quanto magari comunque “competenti”.
Capisci perché è importante valutare la specializzazione?
Sono sicuro che da oggi farai maggiore attenzione a questo aspetto quando dovrai chiedere la consulenza di un professionista (in qualsiasi ambito ti serva).
Ricapitolando:
A chi si rivolge la terapia di coppia?
Alla coppia, ovviamente.
Qual è lo scopo?
Superare una crisi di coppia che tutti prima o poi attraversano, ma che può essere molto complesso gestire da soli.
Perché?
Perché si finisce sempre nei soliti schemi disfunzionali e circoli viziosi, i quali non sono risolutivi del problema, ma, anzi, lo incancreniscono mettendo la coppia in una situazione di stallo: in questa situazione, di solito, è complesso e faticoso apportare da soli un cambiamento e una crescita.
Lo scopo, quindi, potrebbe essere quello di rivitalizzare un’intesa di coppia potendo vivere la relazione in modo nuovo, cioè costruttivo e appagante.
Oppure potrebbe essere quello di aiutare la coppia nella difficilissima e dolorosissima decisione di separarsi, solo dopo aver vagliato oculatamente ogni possibile eventualità accompagnando così la coppia ad una migliore consapevolezza del rapporto e di se stessi.
In definitiva, accompagnare la coppia ad ascoltarsi, ritrovarsi, rispettarsi, allontanarsi o riavviarsi…
di danzare insomma!
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A presto,
Dottor Kalman